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Sūrya Namaskār la storia



सूर्य नमस्कार Sūrya Namaskār il Saluto al Sole!

Quando si parla di Sūrya Namaskār si intende una sequenza di posizioni yogiche eseguite in maniera dinamica, che stimolano sia il nostro corpo materiale che quello energetico, con l'esercizio fisico, il contatto con il respiro, la recitazione dei mantra, la gestualità simbolica dei mudra e l'attenzione ai centri energetici. 
Un lavoro importante racchiuso in una "piccola" sequenza!

Nella lingua sanscrita la parola sūrya significa "sole", la parola namas viene tradotta come "saluto rispettoso" e kāra vuol dire "facendo qualcosa".
Mettendo insieme tutto si crea la frase "facendo un saluto rispettoso al sole", semplificato nel "saluto al sole". 

Il Saluto al sole è una pratica fattibile da tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, sempre rispettando la propria situazione di salute.
E’ utile per sviluppare il tono muscolare, aumentare la forza, la resistenza cardiovascolare; aumenta la flessibilità di tutto il corpo, migliora l’esperienza della respirazione, attiva il movimento energetico del prana, stimola l’equilibrio sia fisico che mentale, la concentrazione, la forza di volontà, disintossica dalle tensioni

Vengono eseguite differenti forme di Sūrya Namaskār nei diversi stili di yoga: da quella classica, con tutte le sue varianti, praticate nello Hatha Yoga, a quelle più dinamiche A e B utilizzate nell'Asthanga Yoga.
E'  una sequenza fondamentale nella pratica fisica soprattutto per la fase di riscaldamento, ma utilissima anche in altri momenti di preparazione o di passaggio da un asana ad un altro, ma oltre a questo apporta numerosi benefici in ogni aspetto della vita.
  
In questo spazio ne scopriremo la storia, o almeno gli elementi arrivati fino a noi.
 
In ogni parte del mondo, dall'Africa alle Americhe passando per il continente asiatico, il sole da sempre è stato oggetto di culto e adorazione, per la sua carica di energia, luce e calore che danno spinta alla vita.
Il sole è la fonte perenne di energia indispensabile per la continuazione della vita sul nostro pianeta.
Immaginatevi un mondo senza luce!
Anche in India il sole veniva adorato come divinità fin dai tempi antichi, ne riportano prove testi antichi come i Veda, le Upaniad, i Purāṇa ed altri, che contengono lodi, preghiere, canti in onore del sole. In India esistono ancora bellissimi ed enormi templi costruiti nell'antichità in suo onore, come Surya Mandir di Konarak nello stato dell'Orissa.





Questa divinità è conosciuto con il nome Sūrya ma nei testi viene definito anche con tanti altri nomi, ad esempio: Savitri il padre, Dinakara creatore del giorno, Bhaskara creatore della luce, Arhapati signore del giorno, Bhaga colui che elargisce ricchezza, Mitra l'amico, ed altri ancora...
L'importanza del sole è evidente fin da tempi antichissimi: nei Veda, testi sacri datati intorno al 2200 a.C. e specificatamente nel Rg Veda si dice che esso «genera e alimenta il genere umano in vari modi" (III.55.19)

Assieme alle preghiere e invocazioni cantati al sorgere del sole, è lecito immaginare che venissero compiuti gesti o prostrazioni, in segno di devozione. 
Non è certo che esistesse una forma precisa di movimenti: gli studiosi tradizionalisti sostengono che il rituale ha almeno 2000 anni e forse più, ma si tratta di una sequenza di recitazione di mantra cui venivano aggiunte prostrazioni complete a terra; per alcuni di loro si trova in questo l'embrione che si svilupperà poi nella sequenza di movimenti del Sūrya Namaskār moderno.

Talune fonti riportano che nel XVII secolo Sivaji Maharaj, eroe nazionale, utilizzò la pratica del Saluto al sole tra gli esercizi di addestramento dei suoi soldati, esercito che si preparava per difendere la loro terra dagli invasori.

Le prove di una sequenza ben definita del Sūrya Namaskār ci arrivano invece in epoca moderna:
Shrimant Bhavanarao Pant Pratinidhim (1868-1951), Rāja di Aundh, un piccolo principato dell'India governato dai britannici che ora fa parte del Maharashtra, pubblicò nel 1928 un libretto in cui veniva descritta una sequenza di posizioni, nell'ambito del suo programma di salute pubblica ed educazione fisica.
Si chiamava "Surya Namaskars (Sun Adoration) for Health, Efficiency and Longevity"
In questa sequenza proponeva una pratica da presentare come l'alternativa indiana agli stili ginnici europei, importati in India dal colonialismo inglese. 
Sūrya Namaskār qui viene proposto come esercizio per l'allungamento e il rafforzamento dei muscoli e delle articolazioni, una sequenza che lavora sull'interezza del corpo per riportarlo ad uno stato ottimale di salute.
Il Rāja scrisse nel suo testo che la sequenza del Saluto al sole non fu una sua invenzione ma derivasse da una tradizione di antica origine marathi. 
Ad oggi però non sono state trovate prove testuali di questo. 

 





 
Nel 1931 il Maharaja di Mysore, una città nel sud-ovest dell'India,
grato allo yoga per averlo aiutato a curare i suoi numerosi disturbi, chiese al maestro Tirumalai Krishnamacharya di aprire una scuola di yoga.  
Tirumalai Krishnamacharya, considerato il padre dello yoga moderno, oltre ad insegnare yoga, aveva nella scuola una classe di istruzione fisica preparatoria allo yoga in cui gli allievi praticavano il Sūrya Namaskār, tenuta da un insegnante suo allievo.
Pare quindi che in questo periodo le due cose non fossero sullo stesso piano, ma che il Sūrya Namaskār venisse considerato solo una preparazione, un allenamento in funzione della realizzazione degli asana.
Krishnamacharya presenta ufficialmente il Sūrya Namaskār nel suo libro "Yoga Makaranda" scritto nel 1934. 
La sequenza descitta nel suo libro non corrisponde perfettamente a qualla del Rāja di Aundh, forse le fonti di Krishnamacharya erano differenti, o forse fu solo modificata ma comunque legata alla prima opera del 1928. 
 





Da questo periodo in poi la presenza della sequenza nella pratica dello yoga fu costante: i maestri Pattabhi Jois, fondatore dell'Asthanga Yoga, B.K.S. Iyengar, fondatore dello Iyengar Yoga, allievi di Krishnamacharya, Swami Shivananda Saraswati, fondatore dell'Accademia di Yoga Vedanta, promulgatore della Serie di Rishikesh, il maestro Swami Satyananda Sarasvati suo discepolo e fondatore della Bihar School of Yoga ed altri ancora fino allo yoga contemporaneo, hanno proposto il Sūrya Namaskār nei loro testi, continuando la diffusione della sequenza fino ai giorni nostri, facendo diventare il Saluto al sole uno dei pilastri della pratica yoga.



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